SUONO E FIBROMIALGIA: UNO STUDIO SCIENTIFICO DIMOSTRA L’UTILITA’ DELLE FREQUENZE SONORE PER IL TRATTAMENTO DELLA PROBLEMATICA

 

La medicina naturale è un insieme di saperi dati dalla saggezza millenaria di vari popoli (medicina tradizionale cinese, ayurveda, egizia, ippocratica, ecc.), avallata e corroborata dalle ricerche scientifiche moderne.

Presento quindi un articolo interessante riguardo l’influenza dei suoni sulla nostra salute, in questo caso sulla fibromialgia. Ma perchè il suono?

Il suono è vibrazione e frequenza, come la luce, e ancora di più i pensieri, le emozioni. Il timbro della nostra voce può “accordarsi” ed essere in sintonia con l’altro o meno, come anche le parole dette o non dette, che avranno oviamente la loro influenza. Il suono è vita, la Bibbia ad esempio in un suo passo descrive egregiamente il significato di verbo o Lògos:

“In principio era il Verbo (Lόgos), il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”.

Anche nello sciamanesimo orientale o presso i curandero dell’america latina, il suono viene considerato un mezzo potente di guarigione. Il tamburo e la sua percussione ritmica scandisce il battito della vita, determinando la trance (Mircea Eliade).

Alcuni studi hanno confermato che il suono dei tamburi sciamanici determina un distacco dall’ambiente esterno e dai suoi stimoli mentre, contemporaneamente, è utile per espandere la direzione interiore e facilitare la visione, la conoscenza, la veggenza che gli sono d’aiuto nelle diverse tecniche di guarigione (The Athinoula A. Martinos Center for Biomedical Imaging at Massachusetts General Hospital – Cerebral Cortex Journal).

Il suono del tamburo è meditazione pura, come peraltro avviene in molte pratiche psicofisiche che prevedono ad esempio la recitazione di mantra o il lavoro su certe frequenze che riarmonizzano il sistema nervoso. La forma del tamburo rappresenta l’universo.

Un canto Cherokee è dedicato proprio al tamburo, con queste parole:

Il mio tamburo ha molte voci
Il mio tamburo racconta molte storie
Questo tamburo è pieno di mistero
Questo tamburo è pieno di sogni
Ascolta il suo battito
Ascolta il suo battito
Ora tu senti il battito degli zoccoli
Ora tu senti il battito delle ali Tutto è Uno.

Infine non possiamo dimenticare la Kabbala. La musica per la Kabbala è un’emozione catturata nel suo sviluppo. Solamente la musica può liberare il processo di trasformare i sentimenti attraverso il tempo. È per questo che, per quelli che ancora non hanno percepito il Mondo Spirituale, la musica Kabbalistica proporziona una certa analogia all’idea di spiritualità che viene sentita da un Kabbalista. I grandi Kabbalisti che hanno scritto i libri sacri descrivono i segreti dell’universo, e abbiamo anche il privilegio delle melodie create dai grandi Kabbalisti Yehuda Ashalag e di suo figlio Baruch Ashlag. Attraverso il linguaggio dei sentimenti, le loro melodie trasmettono sensazioni spirituali ed informazioni. Rav Yehuda Ashlag raggiunse tutti i segreti dell’universo e li descrisse nelle sue composizioni, il Sulam (Scala) Commentario dello Zohar, Talmud Eser Sefirot (Lo studio delle dieci Sefirot) e li accompagnò con le sue melodie.

Secondo un nostro grande scienziato, Marco Todeschini, autore della Teoria delle Apparenze, lo spazio e l’universo non sono vuoti, a differenza della fisica moderna lo spazio sarebbe pieno, e tutta la materia, dagli atomi alle galassie, ha origine dal movimento dei vortici sferici di un’etere fluido, che equivale allo spazio stesso nel quale l’Universo esiste. Questi vortici roteando generano attrito, che a sua volta pone in rotazione altri strati di etere fluido, ecc. Tutte le nostre sensazioni (odori, gusto, colori, ecc.) originano dalla vibrazione di questo etere ponderale che si infrange dei nostri sensi. Le sensazioni invece non esisterebbero come realtà fisiche assolute, ma bensì come entità psichiche, e queste avrebbero origine dai segnali elettrici causati dall’interazione della materia con lo spazio fluido (etere) e i nervi collegati al nostro sistema nervoso e al nostro cervello o psiche.

Per Marco Todeschini la psiche coincide con l’anima, ed è questa che ci consente di percepire tutti i meccanismi della vita in tutte le sue manifestazioni sensoriali. L’anima ha sede nella psiche, il cervello è una raffinata centrale elettronica che decodifica le informazioni provenienti dai cinque sensi (vibrazioni e movimenti dell’etere).

Sarebbe interessante approfondire e utilizzare insieme alle altre discipline naturali una medicina che faccia uso delle onde sonore (onde bionaurali, musicoterapia), delle onde elettromagnetiche, di frequenza, lunghezza d’onda e ampiezza variabili, a seconda dei casi e delle necessità terapeutiche (per esempio onde Delta, Theta, Alfa, Beta).

Una Medicina basata sulla conoscenza dei centri energetici: i Chakra (oscillatori elettronici dell’organismo). Una Medicina basata sulla recitazione di una preghiera o di un mantra (vibrazioni). Una Medicina d’amore (Mente-Psiche-Anima), atta a sollecitare e rivitalizzare i tessuti, gli organi e i sistemi fisiologici, neurologici e mentali delle persone malate o semplicemente in disequilibrio, per ristabilirne quindi l’equilibrio perduto, la vitalità e la salute in maniera dolce.

Essendo noi vibrazione materializzata, il ritmo ci cura, ci modula l’energia, l’umore. Il ritmo è di fatto quel che scandisce anche le nostre azioni e i movimenti degli organi interni. Il ritmo è nel respiro e nel passo. La vita, nelle sue manifestazioni è ritmo, il canto lo è. Medicina non è tentativo di riportare al ritmo precedente ma di modulare quello attuale e portarlo su una via armonica spontanea, quella che è richiesta in quel dato momento, a seconda del vissuto dell’individuo.

Diverse terapie si basano su un contributo medicamentoso molto modesto e basano sulla vibrazione dell’acqua (si pensi all’omeopatia). Essendo noi acqua, si comprende quanto importante sia lavorare sul sottile, sul radicale, sull’armonia interiore, sull’interpretazione dei segni.

 

 

“Tutto l’universo e un insieme di risonanze armoniche derivanti da un unico suono, un vero e proprio  ologramma che si conforma secondo i rapporti delle sue sovrarmoniche o sottoarmoniche, ovvero il rapporto tra le energie sottili e le vibrazioni lente”. (SANGLODEA, 2006).

“La musica  è un sistema organizzato di vibrazioni. Il suono è  una vibrazione e quando si comprendono i principi del suono, possiamo fare molto a livello scientifico”. (Dale Pond, Swiss Association of Free Energy, 1989).

 

DALLA CIMATICA ALLA SUONOPUNTURA CON I DIAPASON

Il termine Cimatica deriva dal greco “Kyma”, cioè grande onda. “In principio era il Verbo” e in sanscrito “Nada Brahma”. “Il mondo è suono”. La Cimatica è una scienza antica come il mondo, se ne parla già nelle scritture vediche. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili. La Cimatica è una scienza che studia le forme prodotte dalle onde ossia dalle frequenze che possono essere sonore, elettromagnetiche ecc. Nel XVII secolo il fisico e musicista tedesco Ernst Florenz Friedrich Chaldni pubblicò “Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges” (Scoperte sulla teoria dei suoni). In questa ed altre opere all’avanguardia Chladni, nato nel 1756 (lo stesso anno di Mozart) e morto nel 1829, pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del suono. Uno dei successi di Chladni fu quello di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore generano. Egli provò a far vibrare un arco da violino su una sottile lamina di metallo su cui distribuì una piccola quantità di sabbia: facendo scorrere l’archetto scoprì che la sabbia si separava andando a formare meravigliose forme simmetriche. Con questo esperimento dimostrò che il suono influisce davvero sulla materia fisica e diede inizio a una nuova scienza, la cimatica, cioè lo studio degli effetti delle onde sonore sulla materia fisica. Due secoli dopo un altro scienziato e fisico svizzero, il dr. Hans Jenny, morto nel 1972 e pressoché sconosciuto nelle nostre università, trascorse tutta la vita a sperimentare la capacità del suono di creare forme, scattando numerose fotografie. Per condurre questi esperimenti si avvalse di svariati dispositivi: oscillatori sonori, microfoni, sofisticate apparecchiature fotografiche, registrazioni di musica classica e di voci parlate. Osservò che le forme e le figure che si producevano sulla sabbia, limatura di ferro, acqua e altro, quando sono soggette a vibrazioni sonore, avevano una certa prevedibilità. Il dr. Jenny dimostrò che le vibrazioni producevano forme geometriche, sfere, cristalli e anche spirali a forma di galassie. Facendo vibrare vari materiali, tra cui acqua, olio e grafite, in essi compaiono delle forme con struttura tridimensionale che variano con il variare delle frequenze e della loro intensità.

 

LE FIGURE DI CHALDNI

Ogni figura è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni delle vibrazioni che l’hanno generata ed è ipotizzabile che le ritrasmetta su armoniche maggiori. Jenny dimostrò che la musica produceva una struttura simile a quella di un tessuto: il suono crea la forma. Su questa base riteneva che la chiave per guarire il corpo si potesse trovare nella comprensione di come la frequenza sonora agisca sulle cellule e sulle strutture del corpo. Un’altra scoperta interessante rilevava che i disegni, che altrimenti si formavano, ricordavano le strutture cellulari degli organi viventi. Nel corso delle sue ricerche con il fonoscopio notò che quando venivano pronunciate le vocali delle antiche lingue fenicio-ebraica e sanscrita, la sabbia assumeva la forma dei simboli grafici delle vocali stesse mentre le nostre lingue moderne non producevano un analogo risultato.

 

LA RICERCA SCIENTIFICA: SUONO E DISRITMIA TALAMO CORTICALE

Una ricerca dimostra che la disritmia talamocorticale e’ implicata nella fibromialgia. Il suono a bassa frequenza puo’ svolgere una funzione regolativa dell’attivita’ oscillatoria ritmica neurale.

 

FIBROMIALGIA

La fibromialgia (FM) è una sindrome che comporta un dolore diffuso del corpo con associazioni di affaticamento, disturbi del sonno, cambiamenti cognitivi, disturbi dell’umore e altri sintomi somatici variabili. Il dolore è il disturbo principale nei pazienti con FM. L’affaticamento è il disturbo più comune associato ed è presente nel 90% dei pazienti. Le anomalie del sonno si traducono in cambiamenti nella latenza del sonno, disturbi del sonno e sonno frammentato, con conseguente alterata funzione diurna. I disturbi dell’umore, inclusi depressione e ansia, sono presenti in oltre i tre quarti dei pazienti con FM. A causa della natura della FM, molti pazienti hanno problemi con le loro attività quotidiane e una scarsa qualità della vita.

 

LA FUNZIONE TALAMICA NELLA PROBLEMATICA

Anomalie nella processazione del dolore sono state identificate a vari livelli nei sistemi nervoso periferico, centrale e simpatico, così come nel sistema di risposta allo stress dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Alcune forme di dolore cronico sembrano alterare le connessioni talamo-corticali, causando un’interruzione del feedback talamico e la possibilità che il dolore cronico possa essere correlato alla disritmia talamocorticale (TCD). Vi è una crescente evidenza di alterata funzione talamica nei pazienti con dolore cronico e FM.

SUONO, MUSICA E DOLORE

Dato il ruolo che i neurotrasmettitori, gli ormoni e il sistema limbico svolgono nel dolore è altamente rilevante che la musica abbia dimostrato di influenzare il rilascio di endorfine, dopamina  e serotonina e ridurre i livelli di cortisolo. Una recente rassegna di 400 articoli scientifici pubblicati che investigano la musica come medicina ha trovato prove evidenti che la musica ha effetti sulla chimica del cervello, ha benefici sulla salute mentale e fisica sulla gestione dell’umore e sulla riduzione dello stress, E CHE È LA STIMOLAZIONE RITMICA DELLA MUSICA, PIUTTOSTO CHE LA MELODIA, ad essere più incisiva.

 

LA TEORIA DEL CANCELLO NEL DOLORE

Secondo la teoria del cancello GCT, una stimolazione tattile o vibratoria servirà a “chiudere” il cancello della trasmissione nervosa del dolore (nocicettori).

 

COME FUNZIONA IL CANCELLO?

A livello della II lamina del midollo spinale, afferiscono fibre sensitive nocicettive (cioè attivate da stimoli dolorifici), A-delta (Aδ, mieliniche, specifiche per il dolore rapido puntorio) e C (amieliniche, lente, che conducono il dolore sordo), e fibre portanti sensibilità tattile e pressoria di maggior calibro, le A-beta (Aβ). In sostanza, se una fibra Aβ è attivata da uno stimolo non dolorifico, andrà a sua volta a stimolare l’interneurone inibitorio, che quindi bloccherà la trasmissione di eventuali segnali dolorifici fino al cervello: il cancello è chiuso, non si percepisce dolore. Al contrario, se una fibra Aδ o C trasmette uno stimolo dolorifico, contemporaneamente inibisce l’interneurone encefalinergico, che non potrà a sua volta bloccare la trasmissione dell’impulso doloroso al cervello: il cancello è aperto, il dolore viene avvertito.

 

SCHEMA DEL CONTROLLO A CANCELLO

Quindi, se uno stimolo dolorifico ed uno meccanico (pressorio, vibratorio) vengono trasmessi simultaneamente (ad esempio, se si picchia il ginocchio e si strofina la botta), il dolore sarà attenuato grazie all’azione eccitatoria della fibra Aβ sull’interneurone encefalinergico.

Inoltre, esiste anche un effetto placebo: agli interneuroni encefalinergici arrivano anche fibre nervose serotoninergiche (produttrici di serotonina) provenienti dal nucleo magno del rafe a sede troncoencefalica (il fascio rafe-spinale), che a sua volta riceve connessioni dal grigio periacqueduttale (GPA, la sostanza grigia che circonda il terzo ventricolo e l’acquedotto di Silvio, sempre a livello del tronco encefalico). Il GPA è stimolato dagli oppioidi, sia esogeni (la morfina, ad esempio) che endogeni, questi ultimi prodotti anche quando si fa qualcosa che soddisfa fisicamente e/o emotivamente. Sembra che entrambi questi meccanismi , l’interazione con gli interneuroni della sostanza gelatinosa di Rolando e la stimolazione del rilascio di oppioidi endogeni, siano anche alla base della terapia con agopuntura.

RICAPITOLANDO: SE IL VOSTRO AMATO HA PICCHIATO LA TESTA, IL GINOCCHIO, IL SEDERE O QUELLO CHE VOLETE, PROCURANDOSI UNA BELLA BOTTA, E VI CHIEDE DI DARGLI I BACINI SULLA BUA, SAPPIATE CHE NON È SOLO UN “TENERO GIOCHINO”, MA UNA TERAPIA, PER DI PIÙ DUPLICE!

Pensiamo ad esempio ai trattamenti riflessologici, shiatsu, stimolanti i meccanocettori (DIAPASON), che impatto terapeutico possano avere in questi casi.

 

LA FIBROMIALGIA È IN PARTE NEUROGENA: LA MANCATA CONNESSIONE TALAMO-CORTECCIA AUMENTA IL DOLORE CRONICO

 

Il TCD è una condizione anormale della rete oscillatoria tra il talamo e la corteccia caratterizzata da un aumento delle oscillazioni risonanti a bassa frequenza nell’intervallo theta, con aree “oscure” con conseguente oscillazione coerente a 40 Hz nella corteccia. Il TCD interrompe la normale connettività intrabrainica e causa sensazioni alterate, cognizione, affettività e prestazioni motorie. Una delle condizioni note per essere associate al TCD è il dolore cronico.

 

STIMOLAZIONE SENSORIALE RITMICA

La musica consiste essenzialmente di vibrazione a più frequenze. Quando questo stimolo viene applicato alle orecchie come onde sonore, “guida” una risposta cerebrale attraverso il sistema uditivo. LO STESSO EFFETTO PUÒ ESSERE OTTENUTO CON UN SUONO ISOCRONO CREATO CON MODULAZIONE DI AMPIEZZA. QUANDO IL SUONO A 40 HZ VIENE ELABORATO DA TRASDUTTORI INSTALLATI SU UNA SEDIA, L’EFFETTO VIENE PERCEPITO COME VIBROTATTILE E PUÒ “GUIDARE” UNA RISPOSTA ATTRAVERSO IL SISTEMA SOMATOSENSORIALE.

Nello studio quindi si è dimostrato che una stimolazione vibrotattile a tutto il corpo, può contribuire a una riduzione dei sintomi della fibromialgia bloccando la percezione del dolore attraverso la funzione del cancello descritta precedentemente GCT, o migliorando il drenaggio linfatico e abbassando la congestione vascolare.

 

LA SUONOPUNTURA CON I DIAPASON

 

Poiché tutto nell’universo è vibrazione, ed anche il nostro corpo e le nostre cellule hanno una struttura intrinseca vibratoria, i diapason entrano in risonanza con l’energia che scorre all’interno del nostro organismo. In questo modo, utilizzando diapason di diverse frequenze, è possibile stimolare gli agopunti presenti nel nostro organismo, in tonificazione, sedazione o in dispersione, esattamente come viene effettuato utilizzando gli aghi in agopuntura. Sui punti stimolati vengono inoltre posizionati degli stiper: dischetti di cotone impregnati di silicio di quarzo (SiO2). Questi dischetti, del diametro di 9 o 12 mm, vengono lasciati a contatto della cute con l’ausilio di una benda adesiva. Il cristallo di quarzo è in grado di ricevere, attivare, immagazzinare, trasmettere e amplificare l’Energia Vitale, il Qi. Quando usati insieme ai Diapason, amplificano e regolano l’azione vibrazionale di questi ultimi. A loro volta i Diapason, quando appoggiati sugli stiper, amplificano l’azione degli stessi permettendo di avere una stimolazione maggiore e più prolungata nel tempo. Il suono è la parte uditiva della vibrazione e la vibrazione è la parte sensitiva del suono. La disarmonia può manifestarsi nel corpo sotto foma di stress, muscoli rigidi e indolenziti, senso di fatica: tutto ciò provoca un blocco nel nostro flusso di energia naturale. Questo blocco può portare alla malattia. Le onde sonore generate dalla suonopuntura col diapason, hanno l’effetto di un’energia cinetica che rimuove la disarmonia e la tensione del corpo, rimuove la stagnazione del Qì, e concorre a restaurare una sensazione di equilibrio e di benessere.

Questi diapason sono raccomandati per applicazioni su muscoli rigidi, giunzioni, tendini, ossa tessuti, in quanto, utilizzando una tecnica non invasiva, sono capaci di attivare l’energia naturale del corpo. Le benefiche vibrazioni emesse, attraversano facilmente i meridiani del corpo ed i percorsi naturali incrementando l’efficacia delle altre tecniche usate. I diapason emettono un suono puro, sono precisi come dei laser e, proprio per questa loro proprietà, sono ideali per stimolare i biopunti energetici corrispondenti ai Canali Principali e Straordinari e per stimolare le zone energetiche corrispondenti ai Chakra. Sono anche degli ottimi strumenti per rilassare le tensioni muscolari e per allievare i dolori a carico dell’apparato osteo-articolare. Si prestano, inoltre, anche per un lavoro più generalizzato sul corpo energetico e sull’Aura. I Diapason e i metodi usati in Suonopuntura Vibrazionale, inducendo una profonda stimolazione di tipo vibrazionale sui biopunti, sulle zone dolenti e sui diversi sistemi energetici, favoriscono la graduale e costante scomparsa delle somatizzazioni fisiche, agendo, al contempo, sulle cause primarie – per lo più di carattere energetico e psico-emozionale – che hanno permesso l’instaurarsi del sintomo/segnale.

 

LO STUDIO

Lili Naghdi, Heidi Ahonen, Pasqualino Macario, Lee Bartel – “The effect of low-frequency sound stimulation on patients with fibromyalgia: A clinical study” – Pain Research and Management 2015

 

 


2 risposte a “SUONO E FIBROMIALGIA: UNO STUDIO SCIENTIFICO DIMOSTRA L’UTILITA’ DELLE FREQUENZE SONORE PER IL TRATTAMENTO DELLA PROBLEMATICA”
  1. Avatar Bruno
    Bruno

    Argomento estremamente interessante. Ho letto in passato articoli che trattavano di come l’accordatura a 432 Hz avrebbe influenze sull’organismo. Purtroppo non ho avuto modo di approfondire ma leggendo questo articolo troverò il modo di capire meglio ( o almeno provare a capirne di più ) su come le frequenze influiscano su di noi.

  2. Avatar umberto villanti
    umberto villanti

    Grazie Bruno, mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto.

    Dott. Umberto Villanti

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